La gelosia secondo i Garrel

la-gelosia

 

 

JEALOUSY (2013), di P. Garrel, con L. Garrel, A. Mouglalis

 

di Chiara Vagnuzzi

E’ ancora una volta un cinema di riflessioni e di sentimenti quello proposto da Philippe Garrel in Jealousy, presentato alla mostra del cinema di Venezia nel 2013. Tanto per saperlo Philippe è una delle personalità più più operose della superba cinematografia francese, nato com’è nel paese che ha dato avvio alla storia del cinema mondiale. Il suo primo film lo gira ancora adolescente, innamorato della vita da artista del padre. Garrel è uno di quegli instancabili che scrivono, dirigono e osservano con occhio acuto, a volte spietato, i drammi e le incertezze dell’uomo contemporaneo; delicato e doloroso, Philippe ne rivela le paure e le insostenibili incoerenze, lo guarda dentro, anzi, lo guarda da dentro. Sì, perché il suo cinema è pura introspezione interpretata con la sensibilità dell’autobiografismo, che forse qui si avverte più che in altri film.

La_Jalousie-659x456

In Jealousy il protagonista è ancora Louis, figlio di Philippe, ormai da anni attore prediletto dal padre, che questa volta interpreta il ruolo di un attore teatrale squattrinato, padre di una bambina di cui è innamorato, compagno infedele di una donna che lascia per un altro amore. Déjà vu? Per Garrel padre sì, visto che con questo nuovo piccolo capolavoro di tormento e amore riflette sull’abbandono della famiglia da parte del padre che lui stesso ha vissuto in prima persona.

Ancora una volta, con immenso piacere per gli amanti del cinema francese, Garrel gira in bianco e nero, nitido, limpidissimo, di sapore retrò. Intenso.

maxresdefault

Louis, meravigliosamente bravo e bello, ombroso e bohèmien come sempre (eppure riesce ad esserlo sempre in modo diverso), recita la parte del padre premuroso e lo fa bene (sono deliziose le sequenze delle coccole con la figlia), come quella dell’amante fuori dagli schemi. E’ il non convenzionale che segna e lega insieme tutta l’opera di Philippe. Un essere al di là della normalità che trova la sua ragione nella vita del regista che con intensità e trasporto ha vissuto il ’68 francese. Quel ’68 che ricordiamo o di cui abbiamo sentito parlare, che lui si porta dietro consapevolmente e di cui ogni suo film ha il fascino, l’audacia e la bellezza insieme.

Jealousy è una riflessione sui rapporti tra padri e figli, tra amanti appassionati e scontenti; é un film sulla vita condotta con poche risorse e sulla desiderata sicurezza di un lavoro che permette di vivere ma che, odiato dalle menti artistiche, inesorabilmente genera insoddisfazione. E’ un film sulla gelosia. Quella degli adulti, sì, ma soprattutto quella di una figlia per un padre amato da dividere con qualcun altro.

Jealousy é un film sulla delicatezza e sull’intensità dei rapporti. E di nuovo Garrel padre e Garrel figlio danno prova della capacità di fare un cinema di pensiero, lontano dalla fantasia. Il vero è quello che lo contraddistingue. E la realtà. Cruda, bella o brutta che sia, senza moralismi, senza retorica.

Da vedere…

la-gelosia-di-philippe-garrel-2013-L-VL8Xue

Lascia un commento